Alberto Becca
- 15/03/2018 21:30:00
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Del tutto anomalo e originale il simbolismo che si cela dietro l immagine del mondo vegetale che "nasconde" e sublima i sentimenti: in questa ottica la gioia diventa un campo di girasoli nel loro fulgore, o il profilo delle montagne che si stagliano all orizzonte di un cielo limpidissimo, mentre la tristezza diventa un ramo spezzato o una foglia caduta, un filo derba seccata. Molto originale la trasposizione (o fusione) della persona umana con la natura (dalla quale invero trae origine e alla quale è misteriosamente legata tutta l esistenza)
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Laura Turra
- 15/03/2018 16:29:00
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Grazie Jacob, per aver apprezzato la mia poesia. Sono contenta che ti sia piaciuta, pur lasciando qualche domanda aperta. Nel suo commento, Nando, ha ben descritto questo rapporto di complementarità tra poeta e lettore, che è il cuore di questo testo. A te un saluto affettuoso
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Jacob l.
- 15/03/2018 15:06:00
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è curioso, perchè tu il suo cielo e lui la tua terra? In queste parole sembra prendere consistenza una diversa natura: lui immaginifico e sfuggente, tu concreta, stabile. Tu sai che lui non sfoglierà le tue pagine e provi una malinconia triste. Ma lui, forse, non sa di queste pagine... Bellissima poesia. J.
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Laura Turra
- 14/03/2018 18:42:00
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Nando, un commento immenso, il tuo, per ogni dimensione toccata. Non ho parole sufficienti a ringraziarti di tanta benevolenza nei miei confronti. Mi sento onorata delle parole e del tempo che tu e tanti altri lettori qui mi dedicate. Un abbraccio forte di gratitudine.
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Ferdinando Battaglia
- 14/03/2018 18:06:00
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Quando si ama una poetessa, si è sempre più sensibili alle variazioni pur impercettibili di voce, che sempre allaccadere di ciò rimane il lettore coinvolto, poiché un senso di ulteriorità e spesso di bellezza complessiva lo convoca a rinnovate esperienze epifaniche; così ora di fronte a questo testo della crescita, come giustamente lha definito il Giordano, di Laura, ogni suo lettore devoto e (poeticamente) innamorato, viene chiamato di nuovo nel nuovo a sorprendersi. E in questo testo la Turra cambia registro, magnificamente, restituendoci il volto di una donna capace, non solo della contemplazione della Natura e delle ascese spirituali, però anche di quel cuore integralmente umano sì da sospirare, senza più riserve direi- la grandezza del poeta è pure in questa consegna tout court al suo lettore, fossanche solegli stesso il lettore de suoi versi, - lincontro con "laltro complementare", quindi non un suo lettore tra i tanti, ma quel lettore di cui si ha lintimo desiderio di essere “terra” per il suo “cielo” (in questa immagine si coniuga il grande talento di un poetessa con la squisitezza della sua sensibilità femminile).Ogni verso è un canto damore, che dispiega le voci dei sentimenti damore (non è essenziale al poeta la "carne" ovvero non lo è se già nella parola poetica si compie per lui la "carne": "Ora so che non sfoglierai le mie pagine", ché non importa la distanza dello spazio o del tempo, lincontro di due anime, la terra ed il cielo luna dellaltro e viceversa, è già in quel contatto della scrittura damore, è con la lettura damore che viene abitato il talamo " nuziale" - non accade così anche tra Dio e luomo nella lettura orante? -) Eppure lappello può rimanere inascoltato, il richiamo disatteso, lamore promesso tradito, deluso o peggio ignorato (non facciamo così anche con Dio?). Allora il mattino resta muto, lerba rinsecchisce, la malinconia reclude il cuore e quella tenerezza di sapersi desiderati e amati appare essere stata una mera illusione, il volto prima illuminato dellincanto diventa il ghigno sgradevole dellinganno, di cui si patisce più il rimprovero a se stessi che il jaccuse allaltro. Ancora una volta Laura si conferma poeta di grande talento e di autenticità; ma questo, però, l’hanno già detto e meglio di me coloro che mi hanno preceduto.
Ti abbraccio forte
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